Recensione di “Volevo solo pedalare” – Alessandro Zanardi:
“Volevo solo pedalare..ma sono inciampato in una seconda vita” di Alex Zanardi e Gianluca Gasparini edito da Rizzoli, è il nuovo attesissimo libro degli autori, preceduto nel 2003 da “Però Zanardi da Castel Maggiore!”, riprende dalla chiusura di quel primo capitolo “ E adesso sotto con il resto”. Ripercorreremo tredici anni di vita. Da quell’incidente automobilistico del Lausitzring in Germania, dove perse le gambe, Alex si è reinventato con coraggio e determinazione una nuova vita. Con ironia e serenità ci racconta nel suo nuovo libro, episodio dopo episodio, i momenti buoni e quelli decisamente meno, i retroscena, le paure, i rischi, la tenacia e la forza di volontà necessarie al suo percorso di “rinascita”; da un sogno ad un’impresa riuscita. La sua passione per l’handbike, gli ha permesso di rimettersi in pista ottenendo medaglie, riconoscimenti e una nuova popolarità, ma non sembra questo l’importante per Alex Zanardi; il sorriso sulle labbra e la passione nel cuore sono quello che il pilota è impegnato a trasmetterci con le sue parole a quasi cinquant’anni. Quale esempio migliore per imparare a essere felici? Con una scrittura sincera, autoironia e un infinta personalità ci coinvolge nella sua vita, nei suoi stati d’animo E, per quanto lui sostenga di non sentirsi un uomo così speciale, è proprio leggendo le sue parole che ci si convince del contrario, ancora una volta.
«Con la handbike avevo riscoperto la gioia di sentire la gocciolina di sudore che mi scendeva dalla fronte. A me mancava moltissimo l’idea di cacciarmi addosso una tuta consumata, alla Rocky Balboa, e andare a correre con la nebbiolina serale della Pianura Padana, come mi succedeva da giovane. Ma ora questo piacere l’avevo ritrovato. E farlo su un mezzo costruito con le mie idee e le mie mani rendeva tutto molto più intrigante.»
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