Maurizio De Giovanni nasce e vive, tuttora, a Napoli. Scrittore di stampo giallista esordisce nel 2005 con un racconto avvincente che racconta le vicende del commissario Ricciardi, eroe attivo nella città di Napoli negli anni Trenta del Novecento. Questo libro da il via ad un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi, che ha come protagonista lo stesso personaggio: Il Senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (2011), Vipera (2012), In fondo al tuo cuore (2014), Anime di vetro (2015) e l’ultimissimo Serenate senza nome. Nel 2012 da il via ad un altro ciclo noir il cui protagonista è l’ispettore Lojacono ambientato in tempi più recenti e pubblicato da Mondadori: Il metodo del Coccodrillo (2012), Buio (2013), Gelo (2014) e Cuccioli (2015). Nel 2014 Einaudi pubblica un antologia intitolata Giochi criminali in collaborazione con G. De Cataldo, D. De Silva e C. Lucarelli. Scrittore anche di altri romanzi, racconti e opere teatrali, questo autore è estremamente produttivo e amato da molti.
Autore amato e apprezzato non solo in Italia ma anche in Europa viene tradotto già in francese, inglese, spagnolo, russo e danese. Forse proprio per il suo successo ormai internazionale l’autore sceglie di riportare nel suo ultimo romanzo, Serenata senza nome, una storia di emigrazione, amore, dolore e speranza.
Il racconto scorre sciolto ed essenziale e in esso ogni personaggio, anche se marginale, assume caratteristiche proprie dando al romanzo un sapore quasi teatrale, non dimentichiamo a questo proposito che l’autore è anche uno scrittore di teatro. La ricchezza di particolari rende il contesto positivamente melodrammatico conducendo il lettore ad immedesimarsi in maniera piena ed emozionante. Le note noir sfiorano qua e là sfumature horror ma senza mai esagerare. Uno di questi tocchi è sicuramente determinato dalla peculiarità del commissario Ricciardi, ovvero quella di percepire gli ultimi istanti delle vittime delle morti sulle quali indaga. Questa sfumatura del personaggio lo porta in uno status vicino quasi alla follia, in una malinconia e in una tristezza ben percepibile dal lettore, che è comunque portato a sperare per l’eroico commissario, al quale è inevitabile non affezionarsi.