Gli eredi della terra – Ildefonso Falcones

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Gli eredi della terra - Ildefonso Falcones

Recensione di “Gli eredi della terra” – Ildefonso Falcones:

Gli eredi della terra (titolo originale Los herederos de la tierra), in libreria dai primi di ottobre 2016 edito da Longanesi all’interno della collana La Gaja scienza, è l’atteso seguito de La cattedrale del mare, un caso editoriale da 7 milioni di copie in tutto il mondo scritto nel 2006 dall’avvocato Ildefonso Falcones. Ha riscosso un enorme successo anche in Italia dove nel 2007 ha vinto il Premio Boccaccio nella Sezione Internazionale. La cattedrale del mare raccontava le vicende del protagonista Arnau Estanyol, stimato notabile che ha dedicato la propria vita alla costruzione di un’opera immortale, la cattedrale di Santa Maria del Mar a Barcellona.
A dieci anni di distanza dal suo romanzo d’esordio, Falcones offre nuovamente ai lettori un coinvolgente affresco storico sullo sfondo della Barcellona feudale del XV secolo narrando l’appassionante storia di un ragazzino, che mano a mano diventa uomo, che non si arrende al destino e che si rifiuta di sacrificare lealtà e affetti, lottando quotidianamente contro nobili corrotti che si beffano del popolo sempre più oppresso.
Il racconto riprende gli avvenimenti tre anni dopo a dove era stato interrotto, l’autore propone un Estanyol anziano, votato ai poveri e benefattore di Hugo Llor un ragazzino di 12 anni, orfano del padre marinaio, che cerca di farsi strada e sopravvivere alla spietata realtà del tempo. Il sogno di Hugo è quello di essere un giorno costruttore di navi ma per via di alcune vicissitudini si ritroverà ad imparare l’arte del vino. Falcones afferma “Quella del vino non è di certo una metafora del mondo che racconto. Mi serviva descrivere qualcosa di originale e di poco narrato e così ho scoperto che nel mio Paese si erano interessati in pochi alla storia della produzione e del consumo del vino in epoca medievale. Pensate che le tecniche che vennero applicate all’epoca erano le stesse del periodo romano e gli spagnoli avevano poca competenza in quel settore, perché la precedente dominazione mussulmana aveva comportato la messa al bando dell’alcool. Il mio Hugo è a suo modo un innovatore che cercherà di produrre vino che duri negli anni”.
Falcones è un grande appassionato della letteratura di Dumas e in un’intervista afferma che “in Hugo ci sono molte qualità di Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan: personaggi nobili, che lottano contro l’ingiustizia.”
Infatti Hugo è un personaggio di grande virtù: egli crede fermamente in alcuni principi fondamentali come la difesa della propria famiglia, dei propri cari, il rispetto, la lealtà, la giustizia. Caratteristiche che secondo l’autore avvicinano il lettore al protagonista, aiutandolo a immedesimarsi in esso in un processo di forte empatia tra sogni e speranze, amori e delusioni.
Tra violenza, ipocrisia, discriminazioni religiose e soprusi ci si rende sempre più conto di quanto sia importante il monito di Arnau a Hugo “Non devi inchinarti davanti a nessuno”, ma anche di quanto questo costi.
Il nuovo libro di Falcones non sembra deludere le aspettative degli amanti dei romanzi d’avventura: tra colpi di fortuna e disgrazie ne succedono davvero di tutti i colori.

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