Yeruldelgger. Morte nella steppa – Ian Manook

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Recensione di “Yeruldelgger. Morte nella steppa”:

«Questo thriller brilla per l’incredibile esotismo, per l’intensità e il mistero di un intrigo da cui è difficile staccarsi».
Le Figaro magazine
«Un primo romanzo perfetto, palpitante e unico. Come un viaggio alla fine del mondo».
– Point de vue

«Un romanzo molto esotico. Una nuova regione compare sulla carta del crimine». – Le temps

“Yeruldelgger” di Ian Manook edito da Fazi, è il primo capitolo della trilogia, creazione dello scrittore, in uscita a giugno 2016. Caso editoriale del momento, ha venduto più di 150.000 solo in Francia, è stato tradotto in più di 10 lingue e vinto16 premi.
Yeruldelgger, è un investigatore della squadra omicidi, cresciuto nell’ insegnamento dei monaci buddhisti, appassionato nel suo lavoro, iroso verso il mondo che l’ha privato della sua famiglia, spesso, come in questa occasione, si trova ad affrontare sfide al di là di quello che uno si potrebbe immaginare. Tre cadaveri cinesi vittime di riti sessuali e una bambina sepolta in mezzo alla steppa con il suo triciclo sono solo l’inizio di quella che sara la sua minaccia più grande. Affiancato da quelli che considera la sua “famiglia”: Solongo, medico legale e donna bellissima, Oyun , coraggiosa ispettrice di polizia e Gantulga, ritroverà in costante pericolo di vita; tra poliziotti corrotti, oligarchi che manipolano il potere politico, delinquenti e neonazisti, dovrà ingegnarsi al massimo delle sue capacità per salvarsi la vita e per arrivare allo scioglimento del caso. In una Mongoglia misteriosa, tra storia e modernità il nostro commissario dovrà addentrarsi, fino al cuore, fino alle radici di questo paese e di questa cultura, per trovare una risposta degna alla sua domanda. Sullo sfondo c’è Ulan Bator: un caos in costruzione, con il traffico in perenne agitazione e la bruttezza decrepita della non architettura sovietica («Fatta di grandi progetti senza anima e senza Un thriller ricco di colpi di scena, dal ritmo frenetico, dalle ambientazioni meravigliosamente descritte, dalle delicate immagini della natura selvaggia, che conquista il lettore e lo trascina con se, dai deserti spazzati dal vento dell’Asia Centrale fino all’inferno dei bassifondi di Ulan Bator.

“Yeruldelgger si alzava mongolo, erede di un impero enorme e vuoto, dove gli uomini erano liberi di essere poveri per la grande ammirazione passeggera dei turisti che, con la guida in mano, venivano a spiegare ai mongoli la loro stessa cultura. E un attimo dopo, Yeruldelgger s’infilava la sua divisa di poliziotto che raccoglieva anime disfatte e si tormentava tutto il giorno per tentare di capire quello che le aveva distrutte. Tanto per non pensare più all’impero enorme e vuoto a immagine della sua vita”